Gravidanza e ipotiroidismo: ecco cosa bisogna sapere

Tutte le informazioni che è necessario conoscere a proposito del rapporto tra ipotiroidismo in gravidanza, per evitare conseguenze per la salute della futura mamma e del bambino che nascerà.

Lo staff della farmacia di turno ad Udine, Farmacia Pelizzo ci dice di più a riguardo. 

Quando si parla di ipotiroidismo, si fa riferimento a una condizione patologica che è causata dalla mancata azione sui tessuti degli ormoni tiroidei (a seconda dei casi, in misura totale o solo parziale), da cui deriva un generale rallentamento delle funzioni metaboliche. Quasi sempre, la ragione del disturbo deve essere individuata in una produzione di ormoni tiroidei non sufficiente da parte della tiroide, che può essere motivata da una carenza primaria di iodio: proprio per questo il problema viene classificato come ipotiroidismo primario. Esso si distingue dall'ipotiroidismo secondario, che può essere provocato da infezioni sistemiche gravi o da disturbi dell'ipofisi o dell'ipotalamo. 

Durante la gestazione, il corpo della futura mamma presenta un fisiologico aumento delle funzioni della tiroide (oltre che delle funzioni metaboliche in generale), in risposta ai diversi stimoli di carattere fisiologico determinati dai cambiamenti ormonali. Nel corso del primo trimestre, per esempio, si riscontra un fisiologico aumento dei valori sierici di un ormone, l'hCG, che ha una struttura molecolare non troppo diversa da quella della TSH, che di conseguenza diminuisce.

A mano a mano che la gravidanza progredisce, la tiroide viene impegnata sempre di più: mentre il volume intrauterino e plasmatico aumentano, occorre che i valori sierici di T3 e T4 siano equilibrati proprio dalla tirroide.

L'analisi della funzione tiroidea, oggi, può essere eseguita attraverso un banale e rapido prelievo di sangue capillare, perfino in farmacia. Risulta molto importante effettuare i test specifici della funzione tiroidea se si pensa a quanto possono essere frequenti i disturbi della tiroide nel corso di una gravidanza, ma soprattutto se si tiene conto di quanto negativi possono essere gli effetti sia dal punto di vista della salute della madre che dal punto di vista della salute del feto. Tra i vari test diagnostici a cui si può procedere ci sono l'ecografia tiroidea e gli esami del laboratorio per TSH, T3 e T4, ma non va sottovalutata l'importanza della ricerca degli anticorpi anti-TPO, anti-TG e anti-recettore del TSH. In particolare, almeno una volta ogni due mesi, e in alcuni casi anche una volta al mese, è importante provvedere al controllo dei valori T3 e T4, con la frequenza dei test che cambia in funzione del tipo di disturbo con cui si ha a che fare.