Un giro di false cittadinanze italiane è stato smascherato tra l'Umbria e la Campania grazie a un'indagine iniziata nel 2016 che è poi confluita nell'inchiesta denominata Carioca. Tutto è iniziato nel mese di luglio di due anni fa in seguito a una segnalazione proveniente dalla Questura di Terni: qui si erano resi conto di irregolarità consistenti nelle pratiche di riconoscimento della cittadinanza iure sanguinis che riguardavano l'ufficio anagrafe e dello stato civile del Comune di Brusciano, in provincia di Napoli. Prendendo in esame le richieste di rilascio dei passaporti di alcuni soggetti brasiliani, erano venute a galla delle discrepanze meritevoli di ulteriori attenzioni.
A quel punto è stata avviata l'indagine, con la Procura di Nola e i carabinieri che si sono serviti di intercettazioni ambientali e telefoniche, ma anche dei dati provenienti dai tabulati telefonici, delle testimonianze di numerose persone e dei riscontri di varie perquisizioni per riuscire a verificare e a dimostrare l'esistenza di una vera e propria associazione, non occasionale, che aveva il compito di favorire il conseguimento della cittadinanza italiana iure sanguinis da parte di persone brasiliane che non avevano alcun diritto a ottenerla, dal momento che mancavano i presupposti di legge richiesti per la sua concessione. Il tutto si è concretizzato in una lunga serie di reati di falso in atto pubblico.
Gli inquirenti hanno ricostruito che uno dei protagonisti della macchinazione era proprio un brasiliano, Luis Sonda, titolare di un'agenzia di disbrigo pratiche nella città umbra. Quest'ultimo riceveva dalle persone sudamericane interessate a ottenere la cittadinanza italiana i loro documenti anagrafici, per poi ricostruire le relative ascendenze italiane. A quel punto si procedeva con l'acquisizione dei passaporti; dopodiché gli stranieri erano accompagnati direttamente a Brusciano, dove in Comune c'era un complice di Sonda, Michele Di Maio, responsabile dell'ufficio anagrafe. Quest'ultimo, in seguito all'indagine e al sequestro delle pratiche di riconoscimento portato a termine dalla Digos, in un primo momento è stato sospeso dal lavoro, per poi essere semplicemente spostato in un altro ufficio.
Tra Sonda e Di Maio c'era un intermediario, un commercialista di Marcianise, che non di rado accompagnava i brasiliani a Brusciano. Il buon esito delle procedure, invece, era garantito da una quarta persona, in passato vicesindaco del Comune campano. I carabinieri hanno trovato cartelle con moduli per l'accertamento anagrafico di residenza non compilati o privi di marca da bollo, ma anche documenti falsi: insomma, una vera e propria industria di carte fasulle per la concessione di cittadinanze italiane.
Nonostante questa "fabbrica delle cittadinanze" esistono professionisti molto seri coivolti in questo processo, come per esempio le agenzie che forniscono servizi di traduzione dal portoghese all'italiano, affinchè i documenti necessari alla richiesta della cittadinanza siano ineccepibili ed a prova di legge.