Molto spesso si sente parlare di impianti di aspirazione e filtrazione di polveri, ma non tutti sanno in cosa consistono, come funzionano, quante tipologie esistono e i vantaggi e limiti che presentano.
Bene, in questo articolo ci occuperemo di dare ai nostri lettori tutte le informazioni a riguardo al fine di far comprendere meglio cosa sono questi particolari apparecchi.
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Cosa vuol dire filtrare o abbattere le polveri?
Abbattere le polveri significa eliminarle in maniera più alta possibile mediante un flusso d’ aria che riduce in tal modo la concentrazione in essa contenuta.
Indipendentemente dal prodotto realizzato, nei cicli standard è normale emettere delle polveri, che vengono rilasciate nell’ ambiente in piccole o grandi particelle e provocando fastidio per lavoratori e operatori all’ interno dello stabilimento.
er evitare ciò, è possibile intervenire predisponendo delle cappe di aspirazione, mobili o fisse, con bracci articolati di aspirazione collocati nei punti strategici finalizzati a individuare e convogliare il flusso d’ aria pieno di polvere verso un impianto depolveratore.
Poiché le polveri non si possono buttare fuori inquinando l’ ambiente circostante si può intervenire installando strumenti per abbatterle, questo
riesce a separarle dal flusso d’ aria, recuperarle e riutilizzarle all’ interno della produzione o rivenderle come materia prima.
Sistemi di depolverazione e filtrazione polveri
Le varie tecnologie per svolgere al meglio il filtraggio delle polveri sono:
• Filtri a celle e tasche
• Cicloni separatori
• Multicicloni
• Elettrofiltri
• Filtri a manica e filtri a cartucce
• Scrubber venturi
Filtri a celle e tasche
Questi sistemi sono dotati di mezzi filtranti posti tra la zona pulita e quella sporca. Sono filtri modulari, infatti è possibile interporre più celle filtranti prodotte con diversi materiali, per trattare i reflui più complessi.
Inoltre, è possibile inserire merito della presenza di particolari celle, i carboni attivi che permettono di filtrare piccole concentrazioni di COV o celle speciali per filtrare piccole quantità di nebbie oleose. Questi filtri sono quindi capaci di depurare un vasto spettro di sostanze, solo se si presentano con un basso grado di concentrazione.
Cicloni separatori
La funzioni di questi macchinari, i cicloni, è basata sul principio della forza centrifuga. Sono realizzati da due cilindri concentrici, solitamente a forma conica quello più esterno, mentre quello interno dirige l’ effluente verso l’ uscita.
Tutto questo crea un movimento a spirale nella parte libera tra i due cilindri, che unito alla forza di gravità fa cadere le particelle più pesanti verso il basso, dove è possibile recuperarle.
Multicicloni
In questo caso si tratta di macchinari realizzati con più cicloni per filtrare le polveri, in modo da abbattere anche particelle piccole che un sole ciclone non riuscirebbe a trattare.
Elettrofiltri
Gli elettrofili sfruttano la differenza di potenza indotta tra due elettrodi, in modo da catturare le particelle dannose prima che il refluo depurato fluisca al camino. Una volta che le particelle sono catturate sono rimosse dall’ elettrodo con un sistema di pulitura che può essere a secco o ad umido.
Filtri a manica e filtri a cartucce
Sono dei sistemi che per mezzo di un mezzo filtrante riescono a depurare l’ aria mantenendo le particelle inquinanti. Il mezzo filtrante viene scelto in base alla tipologia e qualità di filtrazione che si necessita effettuare.
Merito di un apposito sistema di pulizia dello stesso, le particelle si depositano sulla superficie del mezzo, e le polveri vengono raccolte all’ interno di apposite tramogge collocate nella parte bassa del filtro.
Scrubber venturi
Sistemi di depurazione che agiscono all’ interno di un abbattitore ad umido, chiamato venturi. All’ interno del tubo Venturi della cui gola l’ aria e il liquido sono in stretto contatto, è possibile far fluire le particelle dannose verso il liquido.
Nella zona di allargamento, subito dopo la gola, gli inquinanti non hanno la possibilità di passare, rimanendo intrappolati nel liquido.