Sono moltissimi gli italiani che soffrono di disturbi del sonno: insonnia, bruxismo, sindrome delle gambe senza riposo e difficoltà di addormentarsi sono solo alcuni dei problemi che si incontrano durante uno dei momenti più importanti della giornata. Non tutti sanno che di fatto il sonno occupa ben 1/3 della vita e si capisce bene quanto la sua cattiva qualità possa incidere negativamente sulla vita di tutti i giorni, sia a livello fisico che psichico.
Il sonno è un meccanismo tanto complesso quanto affascinante, sul quale però è possibile intervenire mettendo in atto comportamenti e abitudini che ne migliorano la qualità e di conseguenza anche lo stato di salute.
Perché è importante dormire
L'importanza del sonno era nota anche ai popoli antichi, che infatti avevano divinità a esso legati: si pensi ad esempio agli antichi Greci che adoravano Ipnos, appunto il dio del sonno, ai romani che veneravano il dio Somnus e ai Celti con la loro dea Caer Ibormeith che, con il suo dolce canto, addormentava tutti. Molti desidererebbero che anche oggi la melodia di una divinità portasse un sonno ristoratore, ma non è così: fattori come la depressione, lo stress, l'obesità, l'ipertensione e malattie croniche mettono a repentaglio la qualità del sonno.
Eppure la fase del sonno è fondamentale per la giusta rigenerazione mentale e fisica: quando si dorme infatti il corpo umano incrementa la produzione di ormoni e proteine al fine di riparare i tessuti e contrastare le infezioni, riequilibra la frequenza cardiaca e la pressione sanguigna e migliora l'efficienza del sistema immunitario producendo le citochine.
Dormire bene significa anche svegliarsi più concertati e di buonumore, allontanando ansia, stress e stati depressivi: il cervello infatti, quando si dorme, lavora eliminando tutte quelle informazioni inutili accumulate durante la giornata, mantenendo solo quelle più importanti.
Quante ore bisogna dormire?
Non tutti sanno che dormire male porta a un aumento del peso, in quanto aumenta la produzione dell'ormone grelina, il quale aumenta il senso di fame, ma diminuisce nello stesso tempo i livelli della leptine, responsabile invece del senso di sazietà. Dormire male significa anche svegliarsi affamati e, se si aggiunge la stanchezza di un cattivo riposo, manca anche la voglia di fare quell'attività fisica che invece è fondamentale per riequilibrare il ritmo circadiano.
Alla luce di tutto ciò, ci si chiede quanto bisogna dormire: ebbene dipende molto dai vari soggetti, la loro età, la fase di vita ed eventuali patologie. In linea di massima si può affermare che un adulto necessita dalle 7 alle 9 ore di sonno, gli anziani hanno bisogno di dormire dalle 7 alle 8 ore circa, mentre i giovani possono arrivare anche a 10 ore (per i neonati le ore di sonno consigliate sono tra le 12 e le 15).
Per favorire un sonno ristoratore, è importante prima di tutto avere orari il più possibile precisi, ossia coricarsi e svegliarsi alla stessa ora. Bisogna poi cenare almeno un paio di ore prima di andare a letto, in modo da non appesantire la digestione: a tal proposito è bene mantenersi leggeri per la cena, consumare cibi ricchi di triptofano (ad esempio farro, uova, pollo, funghi, carciofi) ed evitare l'alcol e la caffeina.
La camera deve essere un ambiente confortevole, fresco e mai troppo caldo ma soprattutto relativamente oscuro: evitare dunque di utilizzare poco prima di dormire dispositivi elettronici, ma piuttosto è meglio ascoltare musica rilassante, leggere un libro e mettere in pratica qualche tecnica di rilassamento, in modo da potersi regalare un sonno benefico e rigenerante.