Nel 2017 il comparto del riciclo in Italia ha un andamento positivo in quasi tutte le filiere. La crescita ha registrato un tasso del 3% in più rispetto al 2016 toccando il 55,5% di raccolta differenziata, mentre il riciclo dei rifiuti urbani è arrivato al 44% con un aumento del 2% rispetto all’anno precedente. I numeri arrivano direttamente dal report annuale “L’Italia del Riciclo”, messo a punto dalla Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile e da Fise Unicircular.
Riciclo in Italia, il contesto nazionale
Il riciclo in Italia si attesta quindi a buoni livelli e continuare a crescere, confermando il buon recepimento delle Direttive europee per l’economia circolare e il funzionale coinvolgimento di tutti i soggetti interessati. È importante, tuttavia, non commettere passi falsi ed errori normativi e anche per questo è molto importante che a occuparsi di gestione dei rifiuti siano realtà sempre più specializzate come Nova Ecologica. Esistono ancora oggi delle situazioni critiche, impianti difficili e carenze nella gestione, che tuttavia si ritengono superabili facendo tesoro delle esperienze virtuose italiane.
Le novità normative in Italia
All’orizzonte ci sono le nuove direttive del Pacchetto europeo Circular Economy, che rappresentano per il nostro Paese una sfida in merito al passaggio dal riciclo di rifiuti lineare a un innovativo sistema circolare. Questa significa trasformare il modello economico attraverso il cambio della guardia delle diverse filiere coinvolte. La circolarità dovrà infatti coinvolgere ogni anello della catena, dal produttore al distributore fino al consumatore.
La raccolta differenziata settore per settore
Entrando nello specifico della raccolta differenziata, la raccolta dell’organico nel 2017 è aumentata del 3,2%, mentre quella dei Raee (i rifiuti elettronici) del 5%. È cresciuto anche il riciclo degli oli usati e la raccolta di quelli vegetali esausti che ha toccato le 70mila tonnellate con un aumento dell’8% rispetto al 2016. Anche il riciclo dei rifiuti derivanti dal settore costruzione e demolizione. C’è invece qualche flessione in altri settori. Diminuisce il recupero dei veicoli fuori uso e quello del riciclo di pile e accumulatori, così come il riciclo degli imballaggi in alluminio. Analizzati anche i flussi di import ed export che nel 2016 si riducono del 2% e del 13%. Se sono entrati 5,7 milioni di tonnellate di rifiuti, tra cui specialmente metalli ferrosi, se ne esportano 3,5 milioni di tonnellate, di cui principalmente rifiuti pericolosi. Mancano, ancora, infatti impianti di trattamento ad hoc sul territorio italiano. A livello di import i rifiuti si dirigono soprattutto verso le regioni del nord in cui sono presenti impianti di riciclo, come la Lombardia, l’Emilia, il Veneto e il Piemonte.